Museocity

Emilio Scanavino

1 – 5 marzo 2024

Scanavino

DEP ART GALLERY
1– 5 marzo 2024
in collaborazione con Archivio Emilio Scanavino
nell'ambito del progetto speciale Musei in Galleria
Presenta Emilio Scanavino, Dare forma
a cura di Antonio Addamiano e Amanda Nicoli

Orari di apertura al pubblico
Da Venerdì 1 Marzo a Martedì 5 Marzo
10:30 - 19 (orario continuato)
Domenica e Lunedì inclusi

Il legame tra Emilio Scanavino e Dep Art Gallery sottolinea come la memoria storica di questo artista, così come l'interesse del collezionismo milanese (e non solo) non sia mai mancato, ma sia andato a modificarsi nel tempo. Fondata nel 2006, la galleria ha presto riconosciuto l'importanza di Scanavino, dedicandogli una mostra già nel 2008, sotto la guida del giovane fondatore Antonio Addamiano, allora neanche trentenne. Questa scelta dimostra un profondo apprezzamento per l'opera di Scanavino, sottolineando il desiderio della galleria di perpetuare la sua eredità artistica alle future generazioni.

Emilio Scanavino (1922-1986) è stato un artista che ha saputo attraversare e reinterpretare le correnti artistiche del Novecento, dando vita a un linguaggio espressivo unico, segnato da una costante ricerca formale e concettuale. La mostra "Dare Forma" si propone di esplorare l'evoluzione artistica di Scanavino, focalizzandosi sulle modalità con cui ha saputo dare forma alla sua visione interiore, tra astrazione e simbolismo, trasformando il tormento esistenziale e la riflessione filosofica in opere di profonda intensità emotiva.

L’esposizione propone oltre 15 opere, tra dipinti e sculture; in particolare, due sono state scelte come focus per il progetto Museocity:

Pane, 1976,
Ceramica smaltata a secondo fuoco, 27x16x h10 cm
(Tiratura 1-25)
Il pane è uno dei temi ricorrenti nella produzione ceramica di Scanavino; infatti, i primi "pani" sono degli anni '50. Simbolo potente, legato alla casa, alla vita, alla religione, alla quotidianità e al fare con le mani, il pane, nella sua forma più elementare e primitiva, evoca un archetipo universale che attraversa culture e epoche, simboleggiando nutrimento, condivisione, e vita. Per Emilio Scanavino, il pane diventa metafora della creazione artistica: un atto che, come il plasmare il pane, è profondamente umano e istintivo. Questa scelta simbolica sottolinea il legame intrinseco tra l'arte e gli aspetti fondamentali dell'esistenza, il pane, quindi, non è solo cibo, ma rappresenta il frutto del lavoro umano, la sacralità del quotidiano, e la trasformazione della materia in qualcosa che sostiene e arricchisce la vita.

 

La seconda opera esposta è:

Il cavalletto, 1980,
Olio su tela, 200x140 cm

Di opere intitolate "Il cavalletto" ne esistono solo due. Ma ne esiste una terza, dalla estetica molto simile, che è intitolata "Come l'edera" e omaggia un antico proverbio "come l'edera, dove attacca muore" allora l'arte quando entra negli animi è impossibile da eradicare.
La scelta di esporre "Il cavalletto", un'opera di dimensioni notevoli, rappresenta una riflessione profonda sulla pittura di Scanavino. Il cavalletto regge la sua stessa pittura e diventa punto di osservazione. Un nuovo punto di vista sulla pittura di Emilio Scanavino che di negli anni '80, circa, subisce una nuova evoluzione, le forme chiuse e aggrovigliate, già ordinate nei cosiddetti "alfabeti" e in alcune "geometrie", si aprono leggermente e lasciano uscire, a volte, un leggero bagliore.
"Il Cavalletto" si configura come un atto di contemplazione dell'arte, che si distanzia dalle tematiche più interiori e religiose tipiche dei lavori precedenti dell'artista, soprattutto degli anni '50.
 

Queste opere sono state accuratamente scelte per accompagnare la mostra "A Milano. Emilio Scanavino. Opere e documenti degli anni ‘50", presso la sede dell’Archivio Scanavino, un progetto che racconta l’attività dell’Artista a Milano, con una selezione di opere di quel periodo (maggiori info www.archivioscanavino.it).

L’esposizione presso Dep Art Gallery in collaborazione con l'Archivio enfatizza il legame storico ma anche l'interesse vivo e in evoluzione verso l'opera di Scanavino, dimostrando l'impegno della galleria nel preservare e celebrare la sua memoria attraverso il tempo.

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Emilio Scanavino (Genova, 1922 – Milano, 1986) arriva a Milano alla fine degli anni ’40 per studiare alla Facoltà di Architettura. Ma è la fervente scena artistica e le opportunità di incontro, confronto e crescita che lo portano a trasferirsi definitivamente già dagli anni ’50.

Scanavino ebbe importanti contatti che influenzarono la sua carriera, tra cui gli artisti Lucio Fontana e il gallerista Carlo Cardazzo, con il quale stabilì un significativo rapporto di lavoro e amicizia. La sua partecipazione a eventi prestigiosi come la Biennale di Venezia e diverse mostre museali in Italia e all'estero, furono fondamentali per la sua affermazione nel panorama artistico dell'epoca.

DEP ART GALLERY
March 1- 5, 2024
in collaboration with Archivio Emilio Scanavino
as part of the special project Musei in Galleria
Presents Emilio Scanavino, Dare Forma
curated by Antonio Addamiano and Amanda Nicoli

Public opening hours
Friday March 1st to Tuesday March 5th
10:30 a.m. - 7 p.m.
Sunday and Monday included

The collaboration between Emilio Scanavino and Dep Art Gallery underscores how the historical memory of this artist, as well as the interest of Milanese collectors (and others) has never been lacking, but has been changing over time. Founded in 2006, the gallery soon recognized Scanavino's importance, dedicating an exhibition to him as early as 2008, under the guidance of young founder Antonio Addamiano, then not even 30 years old. This choice demonstrates a deep appreciation for Scanavino's work, underscoring the gallery's desire to perpetuate his artistic legacy to future generations.

Emilio Scanavino (1922-1986) was an artist who managed to traverse and reinterpret the artistic currents of the twentieth century, creating a unique expressive language characterized by a constant search for formal and conceptual innovation. The exhibition "Dare Forma" aims to explore Scanavino's artistic evolution, focusing on how he shaped his inner vision through abstraction and symbolism, turning existential torment and philosophical reflection into works of profound emotional intensity.

The exhibition features more than 15 works, including paintings and sculptures; in particular, two were chosen as the focus for the Museocity project:

Pane, 1976,
Second-fired glazed ceramic, 27x16x h10 cm
(Run 1-25)
Bread is one of the recurring themes in Scanavino's ceramic production; in fact, the first "loaves" are from the 1950s. A powerful symbol linked to home, life, religion, everyday life, and making with the hands, bread, in its most basic and primitive form, evokes a universal archetype that spans cultures and eras, symbolizing nourishment, sharing, and life. For Emilio Scanavino, bread becomes a metaphor for artistic creation: an act that, like shaping bread, is deeply human and instinctive. This symbolic choice underscores the strong connection between art and the fundamental aspects of existence; bread, then, is not just food, but represents the fruit of human labor, the sacredness of the everyday, and the transformation of matter into something that sustains and enriches life.

The second work exhibited is:

Il cavalletto, 1980,
Oil on canvas, 200x140 cm

Only two works entitled "The Easel" exist. But there is a third one, with a very similar aesthetic, which is entitled "Like the ivy" and pays homage to an ancient proverb "like ivy, where it attacks it dies" then art when it enters the souls is impossible to eradicate.
The choice to exhibit "The Easel," a work of considerable size, represents a profound reflection on Scanavino's painting. The easel holds his own painting and becomes a point of observation. A new point of view on Emilio Scanavino's painting that of in the 1980s circa undergoes a new evolution, the closed and tangled forms, already ordered in the so-called "alphabets" and in some "geometries," open slightly and let out, at times, a slight glow.
"The Easel" takes the form of an act of contemplation of art, which distances itself from the more interior and religious themes typical of the artist's earlier works, especially from the 1950s.

These works were carefully chosen to accompany the exhibition "Milan. Emilio Scanavino. Works and Documents of the 1950s," at the Archivio Scanavino venue, a project chronicling the Artist's activity in Milan, with a selection of works from that period (more info www.archivioscanavino.it).

The exhibition at Dep Art Gallery in collaboration with the Archives highlights the historical connection but also the living and evolving interest in Scanavino's work, demonstrating the gallery's commitment to preserving and celebrating his memory through time.

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Emilio Scanavino (Genoa, 1922 - Milan, 1986) arrived in Milan in the late 1940s to study at the Faculty of Architecture. But it was the fervent art scene and opportunities to meet, exchange views and grow that led him to move there permanently as early as the 1950s.

Scanavino had important contacts that influenced his career, including artists Lucio Fontana and gallerist Carlo Cardazzo, with whom he established a significant working relationship and friendship. His participation in prestigious events such as the Venice Biennale and several museum exhibitions in Italy and abroad were crucial to his establishment in the art scene of the time.